Bruxelles – L’Unione Europea si è espressa in modo favorevole al cosiddetto “decreto biometano“ del 2 marzo scorso, che sostiene la produzione e la distribuzione di biocarburanti avanzati, tra cui proprio il biometano avanzato.
Tramite una nota stampa, la Commissione Europea ha fatto sapere che “la misura contribuirà al raggiungimento degli obiettivi dell’Ue in materia di energia e cambiamenti climatici, limitando al contempo le distorsioni della concorrenza”.
Margrethe Vestager (nella foto), Commissaria Responsabile della Concorrenza, ha dichiarato che si tratta di “un altro passo verso un maggiore uso delle energie rinnovabili in Europa e per contribuire alla transizione dell’Italia verso combustibili più rispettosi dell’ambiente. Il regime incoraggerà la produzione e il consumo di biocarburanti avanzati in Italia, limitando al contempo distorsioni della concorrenza”.
L’Italia sostiene la produzione e la distribuzione di biocarburanti avanzati e di biometano avanzato, noti anche come biocarburanti di seconda e terza generazione, che saranno utilizzati nel settore dei trasporti.
Piero Gattoni, presidente del Consorzio Italiano Biogas (Cib), ha spiegato che l’approvazione è “un risultato che premia gli sforzi dell’intero Sistema Paese e che la filiera del biometano agricolo italiano attendeva da lungo tempo”. Il Presidente ha ringraziato anche i ministeri dello Sviluppo, dell’Agricoltura e dell’Ambiente, “per aver sostenuto con forza e determinazione questo dossier a Bruxelles, consapevoli dell’importanza del biometano quale asset strategico per lo sviluppo e per il conseguimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni in atmosfera e di decarbonizzazione dell’economia”. Gattoni ha auspicato anche che “il decreto venga firmato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel più breve tempo possibile”.
Secondo le stime del Cib l’Italia potrebbe raggiungere una produzione di 10 miliardi di metri cubici di biometano nel 2030, di cui almeno 8 da matrici agricole pari a circa il 15% dell’attuale fabbisogno annuo di gas naturale e ai due terzi della potenzialità di stoccaggio della rete nazionale. Lo sviluppo della filiera potrebbe creare oltre 21mila posti di lavoro e generare un gettito tributario di 16 miliardi tra imposte sulle imprese e fiscalità di salari e stipendi.
Leave a Reply