di Ferdinando Sarno – In attesa della nuova generazione di vetture elettriche (entro il 2025 il gruppo Volkswagen produrrà oltre 30 modelli), il costruttore di Wolfsburg punta sul metano e sul biometano, tanto da metterlo a disposizione ormai su tutti i suoi modelli più venduti: la Eco Up! (disponibile a metano dal 2013), la Golf TGI (dal 2014) e, dal 2017, la Polo. Interessante la mix di vendita: una Up! venduta su quattro è oggi a metano mentre, per quanto riguarda Polo e Golf, il valore è una su tre.
I vantaggi. Perché questa decisione di puntare con così forte convinzione sul gas? Lo abbiamo chiesto a Francesco Furlan, responsabile marketing di Volkswagen Italia.
“Rispetto a benzina e gasolio – spiega Furlan – il metano fornisce una quantità di energia notevolmente superiore: 1 kg di gas metano corrisponde rispettivamente a 1,3 litri di gasolio e a 1,5 litri di benzina. La capacità di 1 kg di gas metano è di 11,69 kWh, che scende a 9,86 per il gasolio, e a 8,77 per la benzina. Inoltre, il gas offre il vantaggio di poter essere ottenuto da materie prime rinnovabili in modo da neutralizzare le emissioni di CO2: per esempio, ciò significa che nella combustione del biometano prodotto in modo industriale (che ha la stessa struttura chimica del gas naturale) viene rilasciata la medesima quantità di CO2 che è stata precedentemente assorbita dalla crescita delle relative piante”.
Il confronto. Normalmente le vetture a metano costano un po’ di più rispetto a quelle a benzina ma la differenza di prezzo dei carburanti (-30% in confronto al diesel e -55% rispetto alla benzina), permette di recuperare la differenza nel giro di uno o due anni, a seconda di quanti chilometri si percorrono mediamente. Il listino della Eco Up! parte da 13.750 euro (+ 2.250 rispetto al benzina); quello della Polo parte da 16,600 (+ 2.300) e quello della Golf parte da 23.250 (+ 2.150).
Tutto esaurito. Troppo successo però porta anche a conseguenze non del tutto positive. Volkswagen ha infatti sospeso gli ordini di Polo, Golf e Golf Variant a metano. I modelli a gas naturale hanno visto nelle ultime settimane un incremento notevole delle vendite: un successo che dimostra come, nel nostro Paese, questa alimentazione possa riscuotere i favori dei consumatori in ragione del risparmio che offre e della rete, che negli anni si è allagata, soprattutto al Centro-Nord, e conta oggi 1.200 distributori. Le concessionarie, anche grazie alla promozione che prevede per la Golf TGI lo stesso prezzo della versione a benzina (da 17.900 euro), hanno esaurito la quota di vetture assegnata al mercato italiano. Per evitare attese eccessivamente lunghe, dunque, la Casa ha deciso di sospendere i nuovi ordini almeno fino all’estate.
Sotto il cofano. La eco up! è spinta da un 1.0 litri da 68 CV e 90 Nm d coppia massima con un’autonomia dichiarata di 380 km; la Polo (autonomia dichiarata di 390 km) ha lo stesso motore di 1.0 l ma con potenza (90 CV) e coppia (160 Nm) maggiori mentre, la Golf TGI, ha un bel 1.4 litri da 110 CV, 200 Nm di coppia massima e un’autonomia dichiarata di ben 420 km. La eco up! è quella che nel nostro test ci ha sorpreso di più perché, soprattutto in città, si disimpegna alla grande, consumando davvero poco. Ottimo lo sterzo (e il raggio di sterzata), così come la maneggevolezza e l’agilità. La Polo, arrivata alla sesta generazione con in archivio più di 14 milioni di esemplari venduti, è una delle auto più grandi tra le… piccole. E non si offenderà nessuno se la definiamo la “piccola Golf”. Tutta nuova, quindi, dal motore tre cilindri all’estetica e, soprattutto, con una dotazione di serie notevole. A bordo, onestamente, solo un “Golfista doc” è in grado di notare le differenze con la sorella maggiore con la quale condivide comfort, tenuta di strada (ottima), sicurezza generale (e non è una semplice impressione) e il classico piacere di guida.
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