Vercelli – Polioli Bioenergy ritira il progetto di insediamento di un polo per la produzione di biogas e biometano nell’area industriale di Vercelli. A comunicare la decisione è una nota del Consiglio di Amministrazione della società che si rammarica per “la mancanza di un contesto minimamente favorevole” a un insediamento che avrebbe comportato un investimento da 35 milioni di euro e una sessantina di posti di lavoro.
Ecco la nota diffusa dall’azienda.
Quanto riportato i giorni scorsi dagli organi di stampa dal cui contenuto in larga parte ci dissociamo, ci ha fatto riflettere sull’assenza di un contesto minimamente favorevole alla nostra iniziativa.
In considerazione di ciò Polioli Bioenergy, pur nella convinzione di aver presentato un progetto fortemente innovativo e a bassissimo impatto ambientale, si vede costretta al ritiro della domanda di autorizzazione presentata a dicembre agli enti competenti.
Permane la convinzione di aver seguito un percorso autorizzativo assolutamente in linea con le normative in materia di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) ed AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), e il rammarico di non aver potuto affrontare l’argomento da un punto di vista tecnico, nella sede competente della Conferenza di Servizi, cosa che avrebbe consentito di dissipare i dubbi che stanno alla base delle contestazioni che ci sono state mosse.
Pur in assenza di un iter autorizzativo in corso, rimaniamo a disposizione delle autorità che avessero l’intenzione di approfondire gli aspetti tecnologici e di impatto ambientale del progetto da noi proposto, che per le tecnologie innovative adottate e per l’attenzione posta al controllo di tutti gli aspetti ambientali non può assolutamente essere paragonato ad altri impianti in esercizio sul territorio regionale.
Ritiriamo con estremo rammarico un progetto che teniamo a sottolineare avrebbe comportato 35 milioni di euro di investimento sul territorio, sarebbe stato sviluppato su Area Industriale (quindi area che per definizione è luogo consono per lo sviluppo di simili iniziative), avviando una parziale conversione del sito da attività chimica a economia circolare, aiutando la storica iniziativa chimica oggi in crisi. Avremmo impiegato 50/60 persone tra dipendenti diretti ed indotto, utilizzando tecnologie all’avanguardia che avrebbero minimizzato l’impatto ambientale. Infine ci saremmo adoperati per delineare con cittadini ed autorità concrete ulteriori ricadute positive sul territorio.
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