Milano (Maurizio Bettiga di Green Planner) – Molti automobilisti italiani scelgono vetture che oltre a funzionare a benzina sono in grado di funzionare a metano compresso (CNG).
Il metano, in modo simile al propano (GPL), è un combustibile pulito con emissioni molto basse di idrocarburi incombusti, monossido di carbonio, NOx e gas serra (fonte: US Department of Energy, Alternative Fuels Data Center).
L’Italia è il sesto Paese al mondo per numero di veicoli a CNG (fonte: Worldwide NGV statistics, NGV Journal). Spesso, oltre alle auto, si vedono anche autobus cittadini funzionanti a metano.
Il metano viene usato da tempo nelle nostre case per riscaldare gli ambienti, cucinare gli alimenti e produrre acqua calda.
La banalità di azioni quotidiane come accendere un fornello o aprire il rubinetto dell’acqua calda ci fanno spesso scordare che, per godere di questa comodità, l’Italia si è dotata di una rete di distribuzione del gas naturale capillare e il metano gassoso compresso arriva alle stazioni di servizio attraverso la stessa rete gas.
Perché allora non si vedono camion alimentati a CNG, se sono i veicoli potenzialmente più inquinanti e per i quali trarremmo quindi il maggior beneficio?| Il problema è di tipo strettamente fisico e la liquefazione del metano ci aiuta a risolverlo.
I gas, seppur compressi, hanno un peso specifico (più correttamente, densità) molto basso; questo significa che anche se il metano è compresso in una bombola fino a 200 atm, i kg reali di gas metano che saranno stati pompati in quella bombola sono relativamente pochi.
Le proprietà fisiche del metano, al contrario del propano o GPL, non ci aiutano perché mentre quest’ultimo passa allo stato liquido (quindi molto denso) per semplice compressione, il metano rimane gassoso a temperatura ambiente ben oltre le 200 atm.
Per esempio, un’auto media dotata di una bombola di metano da 50 litri di volume (più o meno come un serbatoio di benzina) è in grado di rifornirsi con meno di 4 kg di metano, che consentono una percorrenza di circa 100 km!
Questo diventa un problema praticamente insormontabile per veicoli pesanti, che consumano molto carburante e che affrontano lunghi viaggi e necessitano quindi di elevata autonomia.
Come si fa allora a concentrare il metano e renderlo liquido, quindi più denso? Con il freddo! Se il metano viene raffreddato sotto i -162°C passa allo stato liquido a pressione ambiente, aumentando di 600 volte la sua densità (sempre a pressione ambiente).
Sempre secondo l’esempio precedente, un serbatoio da 50 litri di volume sarebbe in grado di contenere circa 9 kg di metano, quindi più del doppio.
Grazie all’adozione di serbatoi cosiddetti criogenici che contengono gas naturale liquefatto, alcune case costruttrici di autoveicoli pesanti hanno potuto mettere sul mercato camion più puliti. Un veicolo pesante a LNG, rispetto al suo equivalente a gasolio, può arrivare a emettere fino -15% di CO2, -70% di NOx, e addirittura -99% di polveri sottili (fonte: Iveco).
Aziende come il Gruppo Maganetti, che si occupa di trasporti e logistica ed è basata in un contesto di grande valore naturalistico come la Valtellina, hanno deciso di scommettere su questo carburante e riammodernare la propria flotta, oggi dotata di quasi 50 camion a LNG.
Ma non solo: il metano può essere anche bio, prodotto dalla raffinazione del biogas, a sua volta prodotto dal trattamento dei rifiuti, liquami e fanghi. Il vantaggio ambientale rispetto al gasolio derivato dal petrolio o al gas naturale fossile, importato da grandi distanze è enorme, con un risparmio di CO2 fino al 95% rispetto a un equivalente a gasolio (fonte: EBA-European Biogas Association).
Assicurarsi l’approvvigionamento di biometano liquefatto a km0 non è però semplice. Esistono molti ostacoli tecnologici e finanziari che impediscono a molti produttori di biogas di migliorare i propri impianti con dispositivi di raffinazione e liquefazione; per questo nel marzo 2019 il Gruppo Maganetti, grazie anche al supporto del CIB-Consorzio Italiano Biogas, ha firmato un intesa con la Cooperativa Agrozootecnica Speranza di Candiolo, in Piemonte, per la fornitura annua di 2.000 tonnellate di biometano liquefatto che consentiranno ai veicoli della flotta di percorrere fino a 7 milioni di km/anno a ridotto impatto ambientale.
I programmi per il futuro sono ancora più ambiziosi, con l’intenzione di promuovere il vantaggio ambientale tra le aziende che si servono del Gruppo Maganetti per i trasporti e il raggiungimento dell’obiettivo per il 2020 di ridurre l’utilizzo di metano fossile dell’80% per la propria flotta.
In questo e nel fatto che si è ora convertita a benefit corporation in attesa di divenire B-Corp, l’azienda valtellinese è un esempio di sostenibilità non solo ambientale, ma anche sociale ed economica.
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