Lecce (da lecceprima.it) – Il Comune di Lecce esprimerà parere negativo alla realizzazione dell’impianto di produzione di compost e biogas nella zona industriale proposto da Metapulia. La relativa delibera è stata approvata dalla maggioranza in commissione Ambiente nonostante la minoranza abbia protestato platealmente, nel metodo e nel merito.
Nel corso della seduta, alla quale ha partecipato l’assessora Angela Valli, i consiglieri di centrodestra hanno accusato la presidente, Natalia Mariano Mariano, di un “colpo di mano” fuori tempo massimo a seguito di una “irrituale” mozione d’ordine proposta dalla maggioranza. Sulla regolarità della procedura la minoranza ha anche chiesto un parere urgente alla segreteria generale del Comune: “Oggi è stata minata, ancora una volta, la nostra democrazia, alla faccia della partecipazione e dello ‘stare insieme’ tanto sbandierati in campagna elettorale”, ha commentato Gianpaolo Scorrano.
I capigruppo di maggioranza, dal canto loro, hanno espresso in una nota la loro solidarietà alla presidente e all’esponente della giunta, oggetto di considerazioni non proprio eleganti durante le fasi più animate della discussione e poi hanno aggiunto: “Sul tema specifico in discussione nella seduta odierna, cioè la delibera con la quale il Comune di Lecce esprime il proprio parere motivato sul progetto Metapulia, l’opposizione ha assunto fin dall’inizio della seduta un atteggiamento ostruzionistico, teso a raggiungere l’obiettivo del rinvio della discussione e dunque della definitiva votazione fissata per domani in Consiglio comunale. È grave che questo argomento così dirimente non venga preso in considerazione dalle opposizioni, che apertamente e con comportamenti inqualificabili – da parte di alcuni -, abbiano scelto di rivolgere il proprio impegno esclusivamente al sabotaggio”.
Il parere del Comune, va ricordato, è obbligatorio ma non vincolante e sarà formalizzato nel consiglio comunale convocato per martedì: la responsabilità della scelta ricade sulla Provincia, presso la quale si è svolta la Conferenza dei servizi chiamata a pronunciarsi sulal richiesta di autorizzazione. La relativa istanza è stata presentata nel giugno scorso, dopo che un primo tentativo era fallito per un vizio di forma. L’amministrazione leccese, nella seduta della scorsa settimana, aveva chiesto dieci giorni ulteriori per esprimersi e proprio l’imminente scadenza, è stato spiegato, rende improponibile un rinvio: se la delibera non venisse discussa e approvata in aula domani, la decisione maturerebbe senza il parere del comune capoluogo. Provincia di Lecce e Asl si sono intanto pronunciati favorevolmente, in senso contrario invece il Comune di Surbo che ritiene non praticabile la deroga alla distanza minima dai centri abitati imposta per legge.
Martedì scorso era scesa in campo anche Confindustria Lecce: l’associazione, parlando di “inerzia della pubblica amministrazione”, aveva auspicato una celere conclusione positiva dell’iter, provocando una reazione del sindaco del capoluogo. La determinazione maturata a Palazzo Carafa si fonda, oltre che sulla questione della distanza, anche su un’altra ragione: il primo cittadino, infatti, in tempi recenti si era detto disponibile a ospitare sul territorio leccese un impianto pubblico per la chiusura il ciclo dei rifiuti, ma aveva anche aggiunto che questa possibilità sarebbe stata incompatibile con la proposta del soggetto privato.
L’autorizzazione alla realizzazione di due siti – è scritto ora nella delibera – provocherebbe “un carico urbanistico eccessivo con notevoli impatti critici da sottoporre a più monitoraggi ambientali”. Viene inoltre richiamato il contributo inviato dall’Agenzia regionale per i rifiuti alla Conferenza nei servizi nel quale si fa già riferimento alla programmazione di un impianto pubblico da 40mila tonnellate di Forsu – frazione organica da rifiuto solido urbano – per un bacino di utenza di circa 320mila abitanti: in base a questa previsione la capacità di trattamento stimata da Metapulia non andrebbe più a beneficio dei comuni dell’ex Ato Lecce 1 ma si aprirebbe la strada, questo il timore, a conferimenti da altre province e regioni.
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