In un’intervista rilasciata a La Stampa, Marco Alverà tratteggia i possibili scenari pre e post-emergenza
(Da affaritaliani.it) – “La fase post-emergenza può portare a un’accelerazione nella transizione energetica in Europa, con una spinta alle rinnovabili e in particolare all’idrogeno, tanto più ora che sperimentiamo un’aria più pulita”. A dichiararlo è Marco Alverà, amministratore delegato di Snam, intervistato da La Stampa, come riporta l’agenzia AGI. Sul futuro dell’Italia, Alverà si dice “tutto sommato fiducioso: ci potranno essere problemi, ma siamo il primo Paese occidentale a essere entrato in emergenza, saremo i primi a uscirne. Se ci impegniamo possiamo ripartire bene, mobilitando investimenti e capitali privati”.
“Anche gli analisti più ambiziosi – spiega Alverà – ritengono che l’elettricità non potrà coprire oltre il 50% del mix elettrico al 2050. L’idrogeno e il biometano possono funzionare per i settori non del tutto elettrificabili come il riscaldamento. Per la produzione, puntiamo sul solare nel Sud Italia e in Nord Africa per poi trasportare l’idrogeno coi nostri gasdotti nel Nord dell’Europa: l’Italia può avere un ruolo centrale”.
In questa fase, spiega l’amministratore delegato di Snam, “abbiamo messo in sicurezza i nostri colleghi e i collegamenti energetici. A beneficio della collettività, tra donazioni e acquisti per conto della struttura del commissario straordinario, abbiamo acquistato 1.600 ventilatori polmonari e 4,7 milioni di mascherine”.
Sui consumi di gas in Italia, Alverà fa sapere che, “la settimana scorsa abbiamo registrato un -12%, combinato disposto tra il -30% di termoelettrico e industriale e un aumento dei consumi privati”.
“Da dicembre il gas si è praticamente dimezzato: effetto del petrolio, dei consumi e della stagionalità. Difficile dire se potrà scendere ancora. Di certo un prezzo così basso sarà d’aiuto alla ripresa”.
Per quanto riguarda gli investimenti, “Snam investe circa un miliardo di euro l’anno, prevediamo rallentamenti per circa 200 milioni di euro. Ma stiamo lavorando per capire come recuperare e andare oltre”.
“Dobbiamo guadagnare tempo. In dieci anni contiamo di investire 14 miliardi di euro. Senza cambiare le norme, si potrebbero ridurre gli iter autorizzativi dagli attuali 1.200 a 450-500 giorni. Basterebbe far andare le autorizzazioni in parallelo. In 3-4 anni, come Snam, potremmo investire oltre un miliardo in più, anticipando progetti oggi in calendario per il 2024. Più in generale si potrebbero mobilitare, con capitali privati, 100 miliardi di investimenti, dai trasporti alla sanità, al comparto idrico e all’energia: in 5 anni si avrebbero 300 miliardi di pil in più, circa il 4% di crescita all’anno”.
Alverà è ottimista sul “green new deal” con cui l’Ue punta alla svolta verde: “Assumerà ancora più importanza: il covid-19 è una occasione per cambiare con più incisività”.
Leave a Reply