(da quibrescia.it) – Dopo la scorsa Conferenza di Servizi del 24 giugno, il verbale e una nota della Provincia di Brescia, annunciavano il sostanziale diniego alla concessione delle autorizzazioni dell’impianto di biometano che A2A vorrebbe realizzare a Bedizzole, proprio sul confine con Calcinato. Nei due documenti si legge, in sostanza, che il progetto presentato dai tecnici della multiutility non risponde ai parametri indicati dalle istituzioni, ai vincoli alle emissioni, non ha risolto le criticità già espresse e grava su un territorio già compromesso.
“Non si comprende perché”, affermano Stefano Apuzzo, ex deputato e Laura Corsini, del Comitato Cittadini di Calcinato, “dopo la seconda Conferenza, ad A2A siano stati concessi ulteriori 10 giorni (dal 30 giugno), per sanare le criticità di un progetto claudicante sotto tutti i punti di vista. Evidentemente la politica intende concedere, al di là dei pareri tecnici, il permesso al colosso che governa Brescia e Milano. Si è già visto il Presidente Alghisi intervenire in maniera anomala e a gamba tesa nel procedimento, a favore di A2A. Perché non si lascia che i tecnici della Provincia e degli altri Enti, lavorino serenamente e senza il fiato a biometano sul collo?”. Come è noto, il Comune di Bedizzole (stesso colore politico della governance di A2A), ha espresso parere favorevole all’impianto, mentre quello di Calcinato, contrario. Veniamo alle criticità espresse dai tecnici della Provincia che motivano il preavviso di rigetto del progetto gruviera di A2A.
il progetto – come si legge in una nota dei cittadini che fanno parte del comitato – non è scaturito da un’analisi delle alternative localizzative approfondita, che abbia analizzato diverse possibili ubicazioni per individuare quella caratterizzata dalla maggior compatibilità ambientale e territoriale, tenuto conto del contesto e delle pressioni già esistenti;
la realizzazione dell’impianto è prevista nella parte meridionale del comune di Bedizzole (BS), in località Fusina, in prossimità del confine con il comune di Calcinato, in un contesto in cui sono presenti diversi impianti di smaltimento/recupero rifiuti, tra cui la discarica per rifiuti non pericolosi (car fluff) della società Green Up (con la quale il sito di progetto confina), un impianto di compostaggio del verde (di proprietà del medesimo Proponente), un impianto di cernita e lavorazione di rottami in alluminio (Tobanelli SPA). In prossimità del sito sono inoltre presenti un impianto di cogenerazione a biomassa legnosa e un allevamento di bovini;
non vi sono sufficienti dati tecnici per valutare l’accuratezza della procedura di validazione del modello di simulazione del rumore nella fase ante operam; nessuna informazione relativa al potere fonoisolante della struttura (pareti, portoni, finestre). Non sono presenti informazioni sufficienti ad attestare il rispetto dei limiti normativi di rumore;
il progetto non fa riferimento a quanto previsto nell’allegato 1, par 4. D.G.R. IX/3018 del 15/02/2012 di Regione Lombardia in merito ai dati meteorologici da impiegare nelle simulazioni, avendo utilizzato i dati meteorologici forniti da ARPA Emila Romagna e non i dati di ARPA Lombardia. Il proponente non ha confrontato i valori simulati con i valori misurati presso postazioni locali, affermando di non poter stimare i dati orari di temperatura, velocità e rateo emissivo degli effluenti; gli impatti cumulativi odorigeni non tengono conto della presenza di altre attività di gestione rifiuti e produttive (con tali previsioni emissive, il 50% almeno della popolazione del territorio, avvertirebbe la puzza).
Rispetto alle previsioni di emissioni fornite da A2A, ARPA osserva che non sono state fornite informazioni o riferimenti bibliografici sul codice impiegato, ovvero se si tratta di un modello implementato dall’Università.
Non è possibile valutare la significatività del contributo dell’impianto in progetto rispetto al parametro delle emissioni di ammoniaca;
la scelta progettuale non tiene conto che l’aria esterna entrerà e uscirà nel capannone attraverso le porte di ingresso dei mezzi, attraverso le porte dell’area di stoccaggio del compost, attraverso porte ed aperture applicate ad hoc nella zona di pretrattamento e post-trattamento e nel corridoio di carico delle biocelle; l’Azienda non garantisce il contenimento delle emissioni diffuse dell’odore,
si rileva anche la criticità espressa dal Comune di Calcinato in merito alle problematiche odorigene già presenti sul proprio territorio e che la realizzazione del progetto comporterebbe un ulteriore carico di pressione verso il centro abitato di Ponte San Marco e Calcinato.
L’ATS, che aveva espresso parere favorevole ma vincolato, ribadisce “di non superare 1 UO/m3 in corrispondenza dei siti sensibili, in quanto un incremento di fonti di inquinamento olfattivo potrebbe rinforzare lo stress pregiudicando la qualità di vita e lo stato di salute della popolazione”. Tale limite non è rispettato nel progetto presentato.
Il documento della Provincia, si conclude con la frase netta: “per quanto sopra, gli elementi indicati non consentono, nel loro complesso, di concludere il procedimento con un giudizio favorevole di compatibilità ambientale del progetto presentato”.
“Se, dopo 10 giorni, e a seguito delle indecorose pressioni politiche, le decisioni della Provincia saranno in antitesi a quanto preannunciato, ci rivolgeremo alla Procura della Repubblica di Brescia”, affermano gli ambientalisti.
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