(da legnanonews.com) – I primi camion entreranno in via Novara a fine 2021, per la produzione di biometano bisognerà aspettare i primi mesi del 2022: il cantiere per la realizzazione del nuovo impianto per l’umido di Legnano è partito ieri e ci vorrà poco meno di un anno e mezzo perché la nuova struttura entri in funzione e qualche altro mese perché lavori a pieno regime. Dopo anni di polemiche, inciampi burocratici e parentesi giudiziarie, la posa metaforica della prima pietra per il nuovo impianto scrive la parola fine ad un percorso iniziato il 3 dicembre 2015, quando Amga venne autorizzata dall’allora provincia di Milano a realizzare un impianto che avrebbe trattato lo stesso tipo di rifiuto, ovvero la frazione organica dei rifiuti solidi urbani e il verde, ma per produrre elettricità ed energia termica attraverso la combustione del biogas.
Poi, dopo che nel 2017 Asja Ambiente e Tecnologie Ambientali si sono aggiudicate la gara di appalto per la progettazione, realizzazione e gestione della struttura, la partecipata di via per Busto Arsizio si è seduta al tavolo con Città Metropolitana per la variante del titolo autorizzativo che ha sancito il passaggio dal biogas al biometano. Richiesta che è definitivamente andata in porto ad agosto dello scorso anno, con il via libero definitivo di Palazzo Isimbardi.
Quella di Legnano è la quinta struttura di questo tipo realizzata da Asja Ambiente: tre sono già operative e una è in costruzione a Pianezza. Un sesto cantiere è poi prossimo all’apertura in Sicilia, a Marsala. Basato su una logica di partenariato pubblico-privato, l’impianto comporta un investimento di 21,5 milioni di euro e sarà gestito da Asja Ambiente per 22 anni. Un arco di tempo indubbiamente lungo, soprattutto perché stiamo parlando di un settore che sconta inevitabilmente l’evoluzione tecnologica, ma che non dovrebbe pesare sulle potenzialità del nuovo centro, che consente interventi sulle singole sezioni mantenendo comunque l’idea di processo.
Una volta conclusi i lavori, l’impianto samlitrà 52.400 tonnellate di rifiuti l’anno, 40mila di frazione organica dei rifiuti solidi urbani e 12.400 di verde, e produrrà a regime 4 milioni di metri cubi di biometano l’anno: una quantità, per intenderci, che può soddisfare il fabbisogno di 2.857 famiglie. I rifiuti conferiti verranno controllati per individuare eventuali materiali “intrusi” e poi saranno trattati con un apposito procedimento che permetterà di ottenere biogas, poi depurato e raffinato in biometano. La parte del rifiuto residua e non più degradabile, invece, verrà trasformata in compost.
L’entrata in funzione della struttura permetterà ad Amga di smaltire umido e verde direttamente a Legnano e non, come avviene ora, ad almeno 100 chilometri dal nostro territorio e di alimentare buona parte della propria flotta con il metano prodotto “in casa”. Il nuovo centro porterà anche un risparmio del 32% sulla tariffa di conferimento, che passerà dai 100 euro attuali a 68euro a tonnellata.
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