(da informazionimarittime.com) – In Sicilia è arrivato il primo impianto terrestre di distribuzione di gas naturale liquefatto (LNG). È stato inaugurato sabato scorso, a Catania, nella sede del gruppo Nicolosi, realizzato in collaborazione con Assoro Biometano (oltre all’LNG, distribuisce anche biometano) e Scania Italia, pronto già per rifornire una settantina di mezzi pesanti a gas.
Ora manca solo una stazione costiera di questo promettente carburante alternativo, così da rifornire anche le navi. Come Elio di Caronte & Tourist, già in navigazione, il primo traghetto a LNG del Mediterraneo, che però non può rifornirsi in zona, non essendoci un deposito costirero. “Oltre due anni fa abbiamo chiesto di poter realizzare nell’approdo di Tremestieri, da cui transitano i tir che traghettano sullo Stretto di Messina, un distributore di LNG per veicoli terrestri, dotato di un piccolo deposito da cento metri cubi che avrebbe anche costituito una riserva a servizio della Elio“, spiega Vincenzo Franza, amministratore delegato del gruppo Caronte & Tourist, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione della stazione terrestre di Catania. “Poche settimane fa – continua Franza – l’Autorità di sistema portuale dello Stretto ha preannunciato, per l’ennesima volta, il rigetto dell’autorizzazione alla realizzazione, con l’inedita e inaudita motivazione di voler affidare uno studio di fattibilità per valutare l’eventuale futura realizzazione di un mega-deposito costiero di LNG da 10 mila metri cubi previsto per la prima volta dal POT approvato qualche settimana prima”.
Secondo Franza un grande deposito di questo tipo, seppur strategico, non ha «nulla a che vedere con un distributore di LNG a servizio del traghettamento con solo cento metri cubi di deposito». L’ad di Caronte & Tourist si è lamentato del fatto che ora si dovrà aspettare la lunga fase di progettazione e realizzazione di un grande deposito costiero di gas, senza la possibilità di avere in tempi brevi a disposizione un piccolo deposito per il rifornimento del suo Elio. Franza ha parlato di “una raffinata forma di blocco burocratico: impedisco di realizzare 100 [metri cubi] subito perché forse farò uno studio per valutare se possibile realizzare 10 mila da un’altra parte. Abbiamo scelto da anni, primi armatori in Sicilia la via del trasporto ecosostenibile, avviando un percorso che, fatto di interventi su carene e motori, di formazione del personale e di collaborazioni con associazioni ambientaliste, si è compiuto mettendo in linea nello Stretto la Elio, ammiraglia del Gruppo. Abbiamo sempre sostenuto che chi fa impresa dovrebbe avvertire su di sé una responsabilità aggiuntiva per il territorio e la collettività. E che questa responsabilità andrebbe oggi declinata in senso ancora più ampio, perché è anche dell’ambiente che oggi dobbiamo prenderci cura. Ecco perché C&T valuta con grande interesse e favore la costituzione o la riconversione delle flotte aziendali, navi o tir che siano, da gasolio a gas naturale liquido”.
Per Franza la scelta progettuale dell’Autorità portuale è “svincolata da logiche di integrazione in un sistema regionale di gestione unitaria e organica delle politiche di trasporti e logistica», contrariamente alla Regione Sicilia, la quale “ha deciso di puntare sull’LNG per la propulsione delle nuove navi in fase di avanzata progettazione da utilizzare nei collegamenti con le Isole Minori”.
Affinché la situazione si sblocchi, Franza auspica che la Regione faccia maggiore pressione sull’Autorità di sistema portuale dello Stretto, cosa che ha già comportato la mancata nomina di un rappresentante nel Comitato di gestione e impugnando la nomina del presidente. “Confidiamo – conclude Franza – in un intervento di alto spessore politico che rimetta ordine in tale intricatissima vicenda, ripristinando meccanismi di programmazione e gestione nei quali i territori rappresentati siano dotati di capacità d’incidenza proporzionale al loro peso specifico”.
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