(da rinnovabili.it) – La crisi climatica e l’aumento delle emissioni di CO2 sono sfide che hanno bisogno dell’azione di ogni componente della società, delle istituzioni e del mondo produttivo. Non ci si può affidare a soluzioni che pensino solo all’oggi o al domani, bisogna progettare soluzioni che inizino subito ed abbiano impatto nel lungo periodo. Tre queste azioni c’è il progetto Farming for Future, un progetto pensato e realizzato da CIB – Consorzio Italiano Biogas. Il CIB rappresenta l’intera filiera di produzione di biogas e biometano in agricoltura.
Farming for Future consta di 10 azioni che hanno l’obiettivo della conversione agro-ecologica dell’agricoltura italiana: 1) energie rinnovabili in agricoltura, 2) azienda agricola 4.0, 3) gestione dei liquami da allevamento, 4) fertilizzazione organica, 5) lavorazioni agricole innovative, 6) qualità e benessere animale, 7) incremento della fertilità dei suoli, 8) agroforestazione, 9) produzione e uso dei materiali, 10) biogas e altri gas rinnovabili. Si tratta di azioni attuabili con orizzonte al 2030: azioni che avranno effetto sul futuro se saranno coinvolti tutti gli stakeholder, agricoltori, allevatori, produttori, consumatori.
Piero Gattoni, presidente del CIB, ha spiegato che il percorso è nato dieci anni fa, con l’inserimento della digestione anaerobica (processo biologico che in assenza di ossigeno trasforma la sostanza organica in biogas – energia rinnovabile – costituito in massima parte da metano e anidride carbonica) nelle aziende agricole. «Avevamo iniziato per produrre energie rinnovabili e stavamo rivoluzionando il nostro modo di fare agricoltura. Le aziende sono diventate un laboratorio a cielo aperto. Abbiamo iniziato a fare fertilizzazione organica con il digestato, l’intensificazione sostenibile delle colture, e abbiamo capito che stava nascendo un grande impulso di innovazione».
Si è compreso che la soluzione al problema climatico passa dall’agricoltura, la bioeconomia passa attraverso i territori. Senza agricoltura non c’è bioeconomia, senza approccio di filiera sarebbe impossibile sviluppare questa opportunità per l’agroindustria ma «serve una governance coerente per fare scelte che tengano in equilibrio sostenibilità e sviluppo economico, servono soprattutto indirizzi chiari e norme applicabili. Non siamo riusciti ancora ad applicare pienamente un decreto del 2018 per lo sviluppo del biometano in agricoltura, i primi impianti che hanno avuto il coraggio di investire stanno producendo biometano come biocarburante avanzato senza sapere quando e come avranno il supporto per la produzione fatta da un anno».
Per Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, la ripartenza coincide con il tempo di Next Generaration Eu: l’Europa ha fatto uno scatto in avanti per fronteggiare la pandemia e ragionare sul futuro, che sarà centrato su sanità, inclusione, coesione, transizione verde e digitale. Si aprono spazi enormi per la ripresa che verranno dispersi se si continua a ragionare con idee vecchie e proponendo progetti che nulla hanno a che vedere con queste priorità: in questo modo i progetti non saranno approvati e i soldi si perderanno. Biogas, acqua, innovazione tecnologica, transizione verde sono il cuore di Next Generation EU. La proposta del CIB con Farming for Future è un settore che mette in moto il paese. Rivitalizzare l’agricoltura italiana su base territoriale significa tenuta delle comunità, del territorio, partendo dai sentieri per arrivare alle DOP e IGP. Dobbiamo ragionare sul futuro, o non ci sarà un futuro.
Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, individua due sfide importanti: l’emergenza climatica e la qualità dei suoli. Se si perde la qualità dei suoli viene meno una parte di qualità della vita delle persone, sono risorse non rinnovabili e si compromette il futuro di chi verrà dopo. La pandemia ha messo in un angolo l’emergenza climatica, ma è un problema urgente, sono due emergenze da affrontare contemporaneamente. Molte le prospettive che si aprono, ma vanno selezionati attentamente i progetti da finanziare con Next Generation EU. Il biogas e il biometano vanno nella giusta direzione, e guardando all’innovazione si pensa alla propulsione per il trasporto merci e per le macchine agricole. Innovare in agricoltura senza consumare è possibile, produrre elettricità e calore nelle aziende agricole, nelle stalle e nei capannoni non è più un obiettivo irrealizzabile. Il decreto semplificazioni ha mancato molte occasioni, per andare realmente verso la decarbonizzazione bisogna rimuovere gli ostacoli burocratici.
«I primi ad avere interesse che il terreno sia sano e l’ambiente preservato con risorse naturali in abbondanza sono proprio gli agricoltori», ha spiegato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura. L’economia circolare di CIB va in questa direzione, è un progetto nato in campagna tra agricoltori per gli agricoltori. Essere in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo vuol dire garantire un futuro alle aziende agricole che producono reddito, occupazione, investimenti. «Il biometano è una grande opportunità per efficientare le aziende agricole per la parte elettrica con un minore utilizzo delle fonti fossili, la transizione energetica in agricoltura passa anche dal recupero dei sottoprodotti delle lavorazioni agricole come la sansa di oliva». Ma soprattutto Giansanti incoraggia a costruire il futuro con una strategia che in Italia manca da 50 anni. Serve un progetto, darsi date e obiettivi e raggiungerli.
«C’è grande apprezzamento per il biologico, ma manca un sostegno adeguato. L’uso del digestato è performante in fase di coltivazione ed è in linea con direttive del Green Deal, deve essere equiparato alle sostanze fertilizzanti. Agricoltura e zootecnia italiane sono tra le più sostenibili in Europa. Le rinnovabili devono diventare il cuore del sistema produttivo e bisogna dare spazio a nuove forme di coltivazione con l’agricoltura 4.0» ha affermato Ettore Prandini, presidente di Coldiretti. Coldiretti ha fatto accordo con TIM per portare banda in aree interne e rurali: un modo per valorizzare le filiere agrolimentari in territori che hanno grandi potenzialità di sviluppo. Tracciabilità, sostenibilità imprenditorialità, valorizzazione delle filiere produttive: l’agroalimentare ha un valore strategico per il Paese, auspicabile che le istituzioni incentivino il consumo di prodotti agricoli italiani come forma di sostegno.
Farming for Future pone obiettivi realizzabili e innovativi. Le imprese agricole più innovative sono gestite da under 35: Next Generation EU è pensato anche per le nuove generazioni, la ripresa deve passare da qui.
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