da greenreport.it (Luca Aterini) – Dove vanno a finire i rifiuti una volta fatta la raccolta differenziata? La risposta è complessa: siamo solo all’inizio di un complesso percorso industriale di recupero e/o smaltimento, ma per quanto riguarda la provincia di Siena il punto di partenza è molto chiaro. La maggior parte dei flussi passano dall’impianto di avvio a riciclo di Sienambiente a Pian delle Cortine (Asciano), che sta intraprendendo un percorso di ammodernamento appena presentato in un primo incontro pubblico online.
Un incontro che ha visto come protagonisti i vertici delle amministrazioni locali e quelli societari: Alessandro Fabbrini, presidente di Sienambiente; Silvio Franceschelli, presidente delle provincia di Siena; Fabrizio Nucci, sindaco di Asciano; Marcello Pastorelli, assessore all’ambiente del Comune di Asciano; Fabrizio Nepi, sindaco di Castelnuovo Berardenga. Nei prossimi giorni si terranno altre iniziative simili, per illustrare ai cittadini i contenuti del progetto nel dettaglio.
Già oggi quello delle Cortine è uno snodo centrale per i rifiuti dell’Ato Toscana sud: la frazione organica viene recuperata direttamente all’interno dell’impianto – ottenendo circa 4mila tonnellate l’anno di compost “Terre di Siena”, un’operazione di riciclo a km zero –, mentre le raccolte differenziate (rifiuti cellulosici e multimateriale, in tutto circa 20mila tonnellate l’anno) vengono avviate a riciclo e i rifiuti indifferenziati preparati per essere valorizzati come energia.
L’impianto di avvio a riciclo delle Cortine, realizzato nel 2002, oggi presenta però importanti margini di miglioramento: per questo Sienambiente ha presentato in Regione un progetto di revamping da circa 20 milioni di euro, ad oggi sottoposto a verifica di assoggettabilità e di riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), per verificarne l’effettiva sostenibilità.
In linea con le direttive europee sull’economia circolare, l’ipotesi in studio consentirebbe di aggiornare completamente l’impianto incrementando il riciclo, riducendo i conferimenti in discarica e abbattendo le emissioni in atmosfera.
Tra le modifiche più importanti è prevista infatti la realizzazione di una nuova sezione di digestione anaerobica, che permetterà di ottenere dai rifiuti organici una fonte di energia rinnovabile come il biometano, da immettere in rete. Il tutto elevando la capacità produttiva del trattamento della Forsu a circa 30.000 t/a, in modo da rispondere all’esigenze del territorio: più sale la raccolta differenziata – in questo caso della frazione organica – più occorrono impianti adeguati per gestirla e valorizzarla, altrimenti l’economia circolare si blocca.
L’utilizzo di un biodigestore permette inoltre di abbattere drasticamente il rischio di maleodoranze legate alla putrescibilità dei rifiuti organici, in quanto il biometano si ottiene a partire dalla fermentazione naturale della Forsu in carenza di ossigeno; non a caso la nuova sezione dell’impianto delle Cortine verrebbe allestita completamente in un ambiente chiuso. Da qui si potrà ottenere un biocarburante da fonte rinnovabile, a bilancio neutro di CO2, unendo la sostenibilità ambientale a quella economica in un processo d’economia circolare a km zero.
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