(da milano.cityrumors.it) – Il Comune di Milano si è guadagnato una posizione di rilievo nel campo dell’economia circolare con particolare attenzione alla gestione della raccolta dell’umido, alla riduzione dello spreco di cibo e al recupero dei fanghi provenienti dalla depurazione delle acque reflue.
Sono questi i risultati della ricerca appena pubblicata dal titolo “Economia circolare del cibo a Milano” ideata da Novamont e sviluppata dal centro di ricerca Està con il patrocinio del Comune di Milano e della Fondazione Cariplo.
Solo nel 2019 la raccolta dell’organico ha raggiunto le 154 mila tonnellate permettendo così la produzione di compost agricolo e biometano.
Le azioni più importanti, però, sono state portate avanti nella lotta agli sprechi grazie al miglioramento della raccolta del cibo nei mercati settimanali scoperti che è ha raggiunto le 2.500 tonnellate e ai progetti di mediazione linguistico-culturale per migliorare la raccolta anche negli esercizi di ristorazione etnici.
Sul fronte del recupero delle eccedenze, in particolare, la ricerca ha evidenziato il ruolo degli hub di quartiere contro lo spreco alimentare, le donazioni delle mense scolastiche servite da Milano Ristorazione, il recupero al Mercato ortofrutticolo da parte di SoGeMi e le attività promosse dall’associazione Recup nei mercati scoperti.
Un recupero legato alla quantità ma che ha anche permesso una considerevole riduzione delle emissioni di CO2.
Per quanto riguarda l’analisi sui fanghi da depurazione delle acque reflue, sia su Milano sia sulla Città metropolitana, sono stati esaminati i processi produttivi, le quantità e i destini dei fanghi generati sia da MM nei due depuratori cittadini sia da Gruppo CAP nei 40 depuratori della Città metropolitana.
Non si tralascia l’innovazione dalla produzione di fertilizzanti in linea nel depuratore di Nosedo alla combustione dei fanghi per il recupero di fosforo dalle ceneri, alla produzione di biometano nel depuratore di Bresso-Niguarda.
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