(da Il Giorno) – L’idea del pieno di metano dall’umido piace anche agli ambientalisti. I quali tuttavia, prima di partire con la costruzione del nuovo impianto per la produzione di biometano dalla spazzatura organica, invitano ad alzare il piede dall’acceleratore per valutare bene il progetto lanciato dai vertici di Silea, la municipalizzata dell’immondizia. “Il progetto prevede la costruzione di un nuovi edifici nei quali avverrà un pretrattamento anaerobico senza ossigeno della frazione organica e di aumentare l’attuale capacità dell’impianto dal trattamento di 28mila a 38mila tonnellate all’anno – spiegano gli attivisti di Coordinamento lecchese Rifiuti Zero, L’altra Via, Circolo ambiente Ilaria Alpi e Difesa Natura Suello -. Con questo trattamento iniziale verrà captato biogas, successivamente purificato in biometano. Non siamo contrari alla riconversione che permetterà incentivi economici e ricavi fino a 0,91 euro per ognuno dei 2 milioni e mezzo di metri cubi di di biometano prodotto e venduto”. Ma c’è un però, anzi più di uno: l’aumento non giustificato dei rifiuti organici trattati rispetto alla produzione reale di 25mila tonnellate e lo stoccaggio fino a 250mila litri di liquami generati dalla digestione dell’umido. “Sono rifiuti pericolosi – avvertono gli ambientalisti -. Chiediamo vengano prese tutte le misure”.
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