Valentina Magri (da bebeez.it) – Eni, attraverso Ecofuel, la controllata che gestisce gli investimenti nell’economia circolare, ha chiuso un accordo in base al quale rileverà Fri-El Biogas Holding, leader italiana nella produzione di biogas. Con questo accordo Eni pone le basi per diventare il primo produttore di biometano in Italia.
La società sarà ceduta da Fri-El Green Power, holding della famiglia Gostner fondata nel 1994 come Ener.CO srl e oggi leader nei settori della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
FRI-EL Biogas Holding possiede 21 impianti per la generazione di energia elettrica da biogas e un impianto per il trattamento della Forsu (frazione organica dei rifiuti solidi urbani) che Eni intende convertire alla produzione di biometano, con l’obiettivo di immettere in rete, a regime, oltre 50 milioni di metri cubi anno.
Proprio per finanziare la realizzazione dell’impianto per la valorizzazione del Forsu, FRI-EL Biogas Holding aveva emesso nel 2014 un minibond da 12 milioni di euro con cedola 4,9% e scadenza 2021 e struttura amortizing, che era stato quotato all’ExtraMot Pro. Il prestito obbligazionario era stato sottoscritto dal primo fondo di private debt di Anthilia Capital Partners sgr, da due delle banche sponsor dello stesso fondo (Banca Popolare di Milano e Banca Popolare dell’Emilia Romagna), dal fondo Euregio di Penslan sgr e da Sparkasse di Bolzano. Nel giugno 2018 il bond era stato rimborsato in anticipo. Tra le ultime operazioni di FRI-EL Biogas, ricordiamo che nel giugno 2020 ha acquisito l’impianto a biogas di FRI-EL a Surbo, in provincia di Lecce.
Fri-El Green Power, che controlla anche la quotata Alerion Clean Power, ha chiuso il 2019 con una produzione di 2,482 GW (+11% rispetto al 2018); ricavi in calo del 3% (da 331 a 324 milioni); un utile netto di 68 milioni (+28%); una posizione debitoria netta in salita da 448 a 559 milioni; un ebitda stabile a 157 milioni di euro.
Con l’acquisizione di Fri-El Biogas Holding, Eni si rafforza nell’economia circolare. L’operazione rientra nell’ambito della più ampia strategia di decarbonizzazione di Eni, che prevede l’obiettivo del totale abbattimento delle emissioni di processi industriali e prodotti ento il 2050 e si integra con l’incremento delle stazioni di servizio Eni che erogheranno CNG (Compressed Natural Gas) e LNG (Liquefied Natural Gas) sulla rete italiana.
“Con questa operazione abbiamo posto le basi per una forte crescita nel settore del biometano, che sarà distribuito nelle stazioni di servizio Eni, sia come gas naturale compresso che come gas naturale liquefatto. Un’area di business per noi strategica nel percorso di completo abbattimento delle nostre emissioni, e un contributo rilevante alla decarbonizzazione dei trasporti e all’offerta di prodotti sostenibili ai nostri clienti”, ha dichiarato Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni.
Sempre nella strategia “verde” di Eni rientra GreenIT, una joint venture lanciata pochi giorni fa da Eni e Cdp Equity (il braccio operativo nel private equity del Gruppo Cdp) dedicata allo sviluppo, la costruzione e la gestione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Italia. Partecipata al 51% da Eni e al 49% da Cdp Equity, GreenIT ha la finalità di produrre energia principalmente da impianti fotovoltaici ed eolici con l’obiettivo di raggiungere una capacità installata al 2025 di circa 1.000 MW, con investimenti cumulati nel quinquennio per oltre 800 milioni di euro . Lo scorso novembre invece Eni aveva creato la joint venture Vårgrønn insieme al fondo norvegese HitecVision per sviluppare progetti di energia rinnovabile nel mercato nordico. In quel caso, la jv è detenuta da Eni con una quota del 69,6% e da HitecVision con il 30,4%.
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