(da QN Motori) – Con un incentivo pari a 900 euro per la conversione di veicoli a metano e pari a 600 euro per la conversione di veicoli a GPL sarebbe possibile sostenere la conversione a gas di circa 495.000 veicoli di categoria emissiva Euro 4 o Euro 5, con un evidente beneficio per il rilancio del comparto automotive in chiave di mobilità sostenibile e con un sensibile svecchiamento del parco auto circolante.
Questi dati emergono dal memorandum portato da Assogasmetano in un’audizione alle Commissioni riunite V e XIV del Senato della Repubblica che si è svolta lo scorso 17 marzo.
“Le precedenti iniziative di incentivazione delle trasformazioni a GPL e metano da parte del Ministero dello Sviluppo Economico – ha sottolineato Flavio Merigo, presidente di Assogasmetano – hanno portato a risultati di assoluto rilievo nel settore industriale ed economico italiano. Visto il successo già ottenuto e sulla base del fatto che oggi si pone forte la necessità di continuare a sostenere lo sviluppo di una mobilità basata su carburanti a basso impatto ambientale, sarebbe opportuno riproporre gli incentivi per la conversione a gas di auto Euro 4 o Euro 5, perché tali incentivi hanno già dimostrato di portare sostanziali benefici per la riduzione delle emissioni di CO2 e degli altri inquinanti, con particolare attenzione alle emissioni di polveri sottili che sono le prime responsabili dell’inquinamento atmosferico”.
Nel memorandum portato da Assogasmetano nell’audizione al Senato, poi, si fa il punto sul comparto del metano e del biometano per autotrazione nel nostro paese. Ne emerge che oggi in Italia:
- Sono presenti circa 20.000 operatori nel settore industriale, per un giro di affari di circa 1.700 milioni di euro con un trend in forte crescita grazie allo sviluppo, negli ultimi anni, del bio-metano.
- Attualmente il metano ha raggiunto percentuali di mercato (tra vetture, veicoli pesanti e autobus) dell’ordine del 6÷7%, con una rete di 1.500 distributori in continua espansione, in cui è già in atto l’implementazione del servizio in modalità self-service h24.
- Sono operativi quasi 2.000 impianti di biogas, dei quali l’80% in ambito agricolo, con una potenza elettrica installata di circa 1.400 MW. Tale capacità produttiva equivale a una produzione di biometano, qualora tali impianti fossero integralmente riconvertiti, superiore a 2,5 miliardi di metri cubi l’anno (su una domanda complessiva di gas che nel 2018 si è attestata a oltre 72 miliardi di metri cubi).
Fondamentale è supportare ulteriormente la filiera produttiva e distributiva del biogas-biometano, che risulta essere uno dei settori a maggiore intensità occupazionale ed ha già favorito la creazione di oltre 6.400 posti di lavoro permanenti.
“Attualmente – riferisce Merigo – nei 24 impianti di produzione attivi sul territorio nazionale, sono stati prodotti circa 155 milioni di metri cubi di biometano, tutti utilizzati nel settore del trasporto. Ciò significa che attualmente i veicoli a gas naturale in Italia (oltre un milione) utilizzano un carburante sempre più eco-compatibile. Le già ridotte emissioni di CO2 del metano, – 25% rispetto alla benzina e -15% rispetto al diesel, sono così abbassate di un ulteriore 19%, portando l’impatto complessivo di questo tipo di trasporto a livello dell’elettrico, se si considerano tutte le emissioni, generate nel ciclo LCA (life cycling assestement). Risulta quindi necessario confermare ed incrementare l’attuale politica incentivante, anche estendendone gli attuali limiti temporali, così come già proposto dal Ministero dello Sviluppo Economico e di riconoscere lo stato di Zero Emission Vehicles anche ai veicoli alimentati a biometano”.
Le conclusioni del presidente di Assogasmetano
“Il metano sarà per molti anni ancora il sostitutivo più facilmente accessibile dei carburanti fossili, potendo vantare un’ottima prestazione ‘ambientale’ e una economicità e affidabilità di esercizio al momento ineguagliabile. Per questo motivo è fondamentale che le Istituzioni comunitarie, nazionali, regionali e locali garantiscano un’equilibrata allocazione delle risorse sia per gli investimenti che per la gestione, tenendo conto della tempistica di sviluppo e diffusione delle diverse tecnologie e dei relativi impianti”.
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