da verona – in.it (Antonio Bottega, Tommaso Ferrari) – L’obiettivo dell’Unione Europea di decarbonizzare l’economia al 2050 imporrà cambiamenti epocali alla nostra società, così come alle nostre città. Uno dei settori nei quali occorre operare un cambio di paradigma è, tra gli altri, quello della gestione dei rifiuti con gli obiettivi prioritari di riduzione, riuso, riciclo e valorizzazione. Il rifiuto residuo, e quindi “scarto”, deve poter ritornare in circolo come valore sociale ed economico: solo in questo modo possiamo muoverci nell’ottica di una vera economia circolare.
Il ciclo integrato dei rifiuti, infatti, dev’essere valutato nella sua globalità. Occorre pertanto investire in ogni anello della catena: dall’educazione per un minor spreco, ad una raccolta differenziata efficiente, ad un recupero e riciclo dei rifiuti separati, ed infine, come detto, ad una valorizzazione del rifiuto residuale. Da questo punto di vista Verona è fra le città venete meno virtuose, basti constatare la percentuale di raccolta differenziata, sotto il 50%, (Treviso, per esempio, supera l’85%) e con la gestione del rifiuto residuo spesso verso la discarica.
È evidente che in questo contesto si debba operare un cambio radicale, nella strategia, nei progetti, ma anche nella percezione che alcuni impianti, presenti in tutta Europa, qui in Italia ancora vengano visti con preconcetta diffidenza. È il caso dei termovalorizzatori e, da quanto apprendiamo, degli impianti per la produzione di biometano.
In questo contesto, abbiamo letto con stupore la critica a firma Marco De Pasquale e Michela Faccioli diSinistra Italiana, pubblicata da Verona In, relativa al progetto di AGSM per la costruzione, presso il sito di Cà del Bue, di un impianto tecnologicamente avanzato per la gestione e valorizzazione delle frazioni organiche per ottenere biometano. Dal nostro punto di vista questa operazione deve essere salutata con piacere e incoraggiata con responsabile convinzione.
Infatti, il progetto presentato alla Valutazione di Impatto Ambientale della regione Veneto, prevede la valorizzazione delle frazioni organiche (raccolta organica cittadina, frazioni verdi, fanghi) per la produzione di biometano utilizzabile come combustibile per autotrasporto e di un digestato che una volta essiccato sarebbe valorizzato come compost da utilizzare come fertilizzante nelle nostre campagne.
Gli autori che criticano il progetto scrivono che con la realizzazione di un impianto per essiccare l’umido, a Ca’ Del Bue il digestato (umido trattato) essiccato passerebbe “da 30.000 tonnellate/anno a 10.000 tonnellate/anno per poi essere conferito in impianti gestiti da privati. Il costo annuo viene quantificato in 900.000 euro. C’è da chiedersi per quale motivo non si completa l’intero ciclo a Cà del Bue per produrre direttamente compost di qualità”.
Gli autori della critica si chiedono: “Perché con la variante proposta (ossia essiccare l’umido) si vorrebbe favorire i privati del settore con i soldi pubblici anziché completare totalmente il ciclo e far “guadagnare” l’azienda pubblica con benefici nella bolletta dei rifiuti che può essere ridotta?. Vanno dunque inseriti impianti di riciclo per il residuo secco e completata la linea del trattamento dell’organico con macchinari in grado di produrre compost di qualità”.
Sembra che la “colpa” del progetto sia quella di non prevedere la produzione di compost in house e di favorire i privati. A ben vedere questa accusa risulta piuttosto debole: infatti già oggi a Verona, come in moltissime altre città italiane, le frazioni dei rifiuti separate (vetro, plastica, carta…) sono cedute ai privati per procedere al loro riciclo. Uno scandalo? Un favore ai privati? Ovviamente no.
La vendita delle materie prime secondarie di qualità, se gestita correttamente, rende economicamente sostenibile la gestione dei rifiuti e riduce la TARI, la tassa che i cittadini pagano ogni anno.
La nostra impressione è che, come spesso capita, davanti ad un impianto importante per la valorizzazione dei rifiuti, la crescita della nostra azienda (Agsm) e la gestione circolare dei rifiuti, prevalgano i pregiudizi più che le considerazioni di merito.
Il biometano a Ca’ del Bue è positivo: per Verona, per l’ambiente e per AGSM, quindi imbocchiamo la strada dell’economia circolare e usciamo dall’ambientalismo ideologico.
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