Casaloldo (Francesco Romani di La Gazzetta di Mantova) – Un impianto di medie-piccole dimensioni per produrre metano biologico per autotrazione. E che porterebbe benefici ad agricoltori ed allevatori locali. Esce allo scoperto, spiegando così la propria proposta, la società che in queste settimane sta contattando diversi produttori del settore primario ed ha avuto un primo colloquio con il sindaco Emma Raschi.
Si tratta della Quadrifoglio srl, una società di nuova costituzione che fa riferimento alla famiglia Araldi, oggi impegnati con la gestione di due impianti di biogas a Rivarolo del Re (nel Cremonese) ed ha già ottenuto l’autorizzazione per un piccolo impianto di produzione biometano sempre nel vicino comune cremonese.srl, una società di nuova costituzione che fa riferimento alla famiglia Araldi, oggi impegnati con la gestione di due impianti di produzione biogas a Rivarolo del Re (nel Cremonese) ed ha già ottenuto l’autorizzazione per un piccolo impianto di produzione biometano sempre nel vicino comune cremonese.
“La nostra proposta è chiara – spiega Fabio Araldi, agronomo, referente della società – non vogliamo costruire un “mega impianto”, ma un complesso di modeste dimensioni. La produzione è stimata in 2mila tonnellate di biometano in un anno. Per capirci, equivalente ad una centrale a biogas di taglia standard, da 1,2 Mw elettrici. Soprattutto, per Araldi va considerata la ricaduta positiva che l’impianto potrà avere nel mondo agricolo.biometano in un anno. Per capirci, equivalente ad una centrale a biogas di taglia standard, da 1,2 Mw elettrici”.
Soprattutto, per Araldi va considerata la ricaduta positiva che l’impianto potrà avere nel mondo agricolo. “Oggi ad esempio, per ogni ettaro di mais – prosegue – si immettere nel terreno 300 unità di azoto. Di queste 170 sono di origine organica, mentre il resto è chimico. selezionare il digestato in uscita dall’impianto, invece, si utilizza unicamente materiale di provenienza organica».digestato in uscita dall’impianto, invece, si utilizza solamente materiale di provenienza organica”.
Mentre il Comune ha sospeso il giudizio, in attesa di ricevere la documentazione, alcuni contabili temono l’arrivo di prodotti da fuori. «Assolutamente no – replica Araldi -. La nostra filiera è totalmente agricola ed utilizzerà come matrici liquame, letame, pollina e colture di secondo raccolto, utilizzerà come matrici liquame, letame, pollina e colture di secondo raccolto, no food , cioè sorgo e triticale. Il tutto raccolto in zona da allevatori ed agricoltori con i quali intendiamo fare accordi per circa 400 ettari di terreni. E la zona di Casaloldo ha la particolarità di avere stalle e terreni adatti».triticale. Il tutto raccolto in zona da allevatori ed agricoltori con i quali intendiamo fare accordi per circa 400 ettari di terreni. E la zona di Casaloldo ha la particolarità di avere stalle e terreni adatti”.
La società viene, secondo un volantino diffuso, da fuori, in particolare dal Piemonte. “No, siamo locali – conclude Fabio Araldi – da Torino viene un partner importante per noi, Green Arms, cioè “braccia verdi”, che fa azionariato solidale, raccolta fondi e che fa Arms, cioè “braccia verdi”, che fa azionariato solidale, raccolta fondi e che fa crowfunding in modo equo. Alla fine investiremo otto milioni, portando vantaggi ad allevatori ed agricoltori e generando anche occupazione in modo ecologico”.
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