(Piercarlo Fiumanò di Nordest Economia) – L’Italia sarà l’avamposto europeo di Snam per l’idrogeno e Trieste una delle sue capitali. Partirà in gennaio il Centro nazionale per l’innovazione sull’idrogeno di Snam in Friuli Venezia Giulia. Il primo atto sarà il lancio a Trieste di un dottorato in collaborazione tra il gruppo energetico, l’Università di Trieste, l’Istituto Officina dei Materiali (Iom) e il Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) per la ricerca sulle celle a combustibile a ossidi solidi, una tecnologia innovativa per la produzione di energia elettrica a elevata efficienza per i settori commerciale e industriale.
L’Hydrogen Innovation Center del gruppo guidato dall’amministratore delegato Marco Alverà comprenderà nell’hub Fvg tutto il Gotha delle istituzioni scientifiche della regione (le università di Trieste e di Udine, Area Science Park, Sissa, Ogs, Dipartimento di Scienze Fisiche e Tecnologie della Materia del Cnr ed Elettra-Sincrotrone) sulla base di un memorandum d’intesa tra le parti e l’amministrazione regionale siglato lo scorso settembre. La sede fisica, fa sapere Snam, non è stata ancora scelta. In pole position l’Area Science Park di Padriciano.
Gli ambiti di collaborazione tra Snam, gli atenei e gli istituti di ricerca della regione riguardano le applicazioni dell’idrogeno legate al sistema logistico dei porti e alla mobilità marittima, l’utilizzo dell’idrogeno in processi produttivi quali la produzione di acciaio, l’idrogeno come mezzo per lo stoccaggio di energia, e altre opzioni di decarbonizzazione inclusa la possibile creazione di una Hydrogen Valley.L’Hydrogen Innovation Center di Snam è il primo polo nazionale per le tecnologie dell’idrogeno che si pone l’obiettivo di aggregare partner industriali e centri di ricerca universitari per accelerare lo sviluppo del settore e contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici nazionali ed europei.
Trieste farà da avamposto: l’hub si affianca a quello avviato nei mesi scorsi a Modena e sarà seguito da un terzo al Politecnico di Milano.
Il progetto era stato annunciato in occasione della visita del ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, nell’agosto scorso all’Area Science Park di Padriciano. Con questo progetto Snam si propone di costruire in due anni anche in Friuli Venezia Giulia un’alleanza strategica tra imprese e mondo della ricerca per consolidare la filiera italiana dell’idrogeno e favorire la nascita di nuove aziende e progetti, anche attraverso l’avvio di un programma di accelerazione.
L’hub targato Snam viene concepito come uno spazio nel quale potranno incontrarsi le eccellenze del mondo dell’università e della ricerca e l’industria e aprirà le porte a start-up e provider tecnologici che potranno sviluppare le loro soluzioni e trovare potenziali applicazioni.
L’Europa è nata sul carbone e l’acciaio ora la prospettiva- nella visione di Snam- è quella di convertire le acciaierie a idrogeno. Una risorsa energetica necessaria per entrare nelll’epoca dell’addio al carbone e ai combustibili fossili sulla quale l’Italia (e Trieste) sono collocati in una posizione strategica nel Mediterraneo.
A Glasgow i Paesi industrializzati hanno raggiunto una prima intesa sull’emergenza climatica e l’industria ne deve prendere atto per avviare una riconversione verso l’energia verde dimezzando le emissioni di Co2 entro il 2030. Goldman Sachs ha stimato in 56 trilioni di dollari nel mondo gli investimenti necessari a garantire la transizione. Nel Pnrr su idrogeno, biometano e mobilità sostenibile sono stati stanziati 30 miliardi.
Nel piano strategico di Snam c’è l’adeguamento della rete per trasportare quantitativi crescenti di biometano e idrogeno. Come ha sottolineato l’amministratore delegato Marco Alverà i nuovi investimenti guardano già alla prospettiva dell’idrogeno: entro il 2050 nei tubi di Snam passerà solo gas decarbonizzato.
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