Già oggi in Italia c’è chi viaggia su auto che vanno a biometano, il carburante gassoso ottenuto dal riciclo dei rifiuti da cucina, il famoso “umido” della raccolta differenziata. Tuttavia, prima di alimentare false speranze, è bene precisare che per trovare il biometano al distributore occorrerà attendere un po’ perché la vendita al pubblico non è ancora consentita dalla legge e neppure il conferimento alla rete del gas naturale. Ciò non toglie che in prospettiva il biometano possa arrivare al grande pubblico e rendere le auto a metano le più pulite in assoluto, anche più delle elettriche. Questo perché l’auto a biometano emette livelli di CO2 inferiori all’elettrica, considerando l’intero ciclo produttivo e di utilizzo su strada. La cosa bella è che le attuali auto a metano possono viaggiare anche a biometano senza modifiche tecniche, visto che nel gas da rifiuti il contenuto di CH4 arriva fino al 98%.
Per poter assistere alla diffusione del biometano bisogna però che il quadro normativo italiano sia chiaro e stabile, compito questo delle associazioni di produttori e del governo. Oltre al vantaggio intrinseco per l’ambiente offerto dal metano – ridotti livelli di ossidi di azoto e particolato allo scarico – il biometano ha in più il pregio di derivare da scarti di cucina, verde e sfalci che vanno comunque smaltiti e che in questo caso creano valore aggiunto. Non è quindi utopia immaginare una rete di impianti biodigestori che producono, oltre al biometano, elettricità da cogenerazione di biogas, compost per l’agricoltura e calore per il teleriscaldamento, un circolo virtuoso, completo ed economicamente sostenibile che potete vedere riassunto nel video qui sotto. Alla base di tutto c’è la raccolta differenziata, senza la quale non esisterebbe questa fonte di produzione del biometano; a titolo di esempio basta dire che con 70 kg di scarti di cucina si producono 4 kg di metano con cui si percorrono circa 100 km.
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