Foligno – Il taglio del nastro è previsto per il 30 maggio. Poi, cinque giorni più tardi, il biodigestore di Foligno entrerà ufficialmente in funzione. L’impianto di Casone è pronto ad ospitare, a pieno regime, 40.000 tonnellate di rifiuti organici trattati. A giugno però, a mettersi in moto sarà solamente una parte di tutto il complesso, ovvero quella riguardante l’impianto di compostaggio. Da settembre invece il biodigestore opererà nella sua interezza, pronto a ricevere i rifiuti da utilizzare anche per la produzione di biogas e biometano, con quest’ultimo che a dicembre verrà poi immesso anche nella rete del metano per i cittadini. Di tutto questo e tanto altro si è parlato mercoledì pomeriggio a Sant’Eraclio. Nella sede della comunanza agraria i responsabili della Valle umbra servizi, Asja (l’azienda che ha realizzato l’impianto), Arpa e del comitato di vigilanza sul biodigestore, hanno incontrato la popolazione per tirare le somme del percorso svolto sin qui e capire cosa accadrà da ora in avanti. Se, come specificato dall’ingegner Matteo Millevolte di Asja, quello di Foligno “è il terminale tecnologico più avanzato esistente”, è altrettanto vero che per un suo buon funzionamento servirà comunque la collaborazione dei cittadini. Saranno proprio gli utenti che effettuano la raccolta differenziata a giocare un ruolo fondamentale. “Il nostro auspicio – ha sottolineato l’ingegner Millevolte – è che Vus possa conferire nell’impianto un rifiuto maggiormente possibile di matrice organica, anche se abbiamo comunque investito molto nel pretrattamento del rifiuto”. In soldoni, i cittadini dovranno essere bravi a gettare un rifiuto organico più “puro” possibile, affinché il biodigestore possa lavorarlo. “Questo nuovo impianto – ha commentato in proposito il direttore generale di Vus, Walter Rossi – è un ulteriore stimolo per incentivare la raccolta dell’organico”. Sotto questo punto di vista, Foligno proverà a fare un ulteriore salto di qualità nel 2018, con altre 10.000 utenze già servite dalla raccolta differenziata, che verranno interessate anche dal porta a porta dell’organico. In Umbria il 2017 si è chiuso con una raccolta differenziata arrivata al 61,8%. Troppo poco, se si considera che l’obiettivo prefissato era del 65%. I numeri sono stati forniti dal dottor Paolo Stranieri dell’Arpa Umbria, che ha anche tracciato un bilancio di quello che è stato il lavoro di monitoraggio su Casone fatto dall’agenzia regionale in collaborazione con i cittadini di Foligno. A quaranta famiglie che abitano nelle vicinanze del sito, è stato fornito un questionario da compilare nel caso in cui avessero sentito “puzze” o odori strani. Rilevazioni effettuate anche da due strumenti posizionati nell’area tra Sterpete e Sant’Eraclio, insieme ad un naso elettronico che però ha fatto registrare dei problemi tecnici. Segnato un “punto zero” rispetto al “vecchio” Casone, ora continuerà il monitoraggio di eventuali “molestie olfattive” emesse dal nuovo impianto.
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