da Tuttoggi.it – Taglio del nastro a Foligno, per quello è il primo, e sino ad oggi, unico, biodigestore umbro. Una cerimonia di inaugurazione in pompa magna per il nuovissimo impianto di Casone, che diventa finalmente realtà e che – come è stato più volte sottolineato – potrà trasformare i rifiuti da problema a risorsa, trasformandoli in biogas.
E magari un domani, anche alcuni mezzi pubblici potranno rifornirsi direttamente dal sito, come avviene nella struttura gemella a Faedo in Trentino.
Il processo per la realizzazione del Biodigestore a Foligno muove i primi passi già dal 2014 ed entro il 2018 è previta la messa in rete del biometano nelle tubature del territorio. Nel frattempo è pronto a partire tutto il settore del compostaggio, gli spazi ed i moderni macchinari sono stati visitati oggi da centinia di persone tra autorità, politici, tecnici, amministratori, cittadini curiosi e residenti della zona.Con i nuovi sistemi si potrà anche dire addio alla ‘puzza estiva’ che sino ad ora ha purtroppo caratterizzato ‘il Casone’.
L’intero complesso ha avuto un costo complessivo di 13 milioni di euro, finanziati per solo tre milioni da parte della Regione dell’Umbria. A curare il project financing, la società Asja Spa.
A pieno regime saranno prodotti almeno quattro milioni di metri cubi di biometano, trattando 53mila 500 tonnellate di rifiuti organici e sfalci di verde pubblico all’anno. Tutto ciò consentirà un risparmio di 3.280 tonnellate di petrolio. Ma non solo, secondo quanto emerso infatti, 2.857 famiglie e 573 auto potranno rifornirsi col biometano made in Foligno, considerato ad alta qualità ed efficienza.
Vantaggi anche per l’atmosfera evitando la dispersione di gas metano, che ha un effetto serra pari a 28 volte quello dell’anidride carbonica.
“Oggi raggiungiamo un grande traguardo non soltanto per Foligno ma per l’intero territorio, nell’ambito di una rete a livello regionale che punta allo smaltimento dei rifiuti per trasformarli in risorsa. Su questo però – ha dichiarato il sindaco Nando Mismetti – anche i cittadini debbono fare la loro parte”. Il primo cittadino folignate ha quindi ringraziato la Consulta di Monitoraggio “per il gran lavoro di informazione e sensbilizzazione, perchè spesso le paure nascono anche dalla non conoscenza”.
Soddisfatto anche Moreno Landrini, sindaco di Spello e rappresentante del territorio dell’ex Ati3 nell’Auri, che ha sottolineato come alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, si affianchi l’opportunità di sfruttare energie rinnovabili.
La presidente della Regione dell’Umbria, Catiuscia Marini ha ricordato che l’impianto di Foligno è un’eccellenza per l’intera regione nell’ambito di politiche ecocompatibili e sostenibili per il recupero ed il riuso delle materie. “Occorre migliorare il ciclo di raccolta – ha detto – così come quello di lavorazione e di chiusura, e siamo in grado di farlo grazie alle moderne tecniche industriali e tecnico scientifiche. Inoltre – ha evidenziato – possiamo andare a creare anche nuovi posti di lavoro in questo settore”.
“Siamo molto soddisfatti di dare avvio a questo impianto che ci consente di chiudere il cerchio della raccolta dell’organico in maniera certamente efficace e ridurre l’impatto ambientale in particolare per emissioni odorigene – ha commentato il presidente di Valle Umbra Servizi, Maurizio Salari – il nuovo impianto consente di raggiungere l’autosufficienza e digestire il ciclo dei rifiuti in autonomia evitando di inviare altrove rifiuti non trattati, con risparmi per la comunità”.
E tra le novità annunciate dal presidente di Asja Ambiente Italia, Agostino Re Rebaudengo, la possibilità di utilizzare il tetto dell’impianto come una grandissima terrazza che si apre nell’anfiteatro naturale della vallata folignate.
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