da quotidianodipuglia.it – Due impianti per produrre biometano nelle campagne brindisine ed in particolare nelle vicinanze di Tuturano, provincia di BrindisiB. Con tanto di distributore di metano per auto nelle vicinanze delle due strutture. È questa la proposta arrivata a palazzo di città dalla società Biopuglia Srls. Un progetto il cui iter autorizzativo a livello comunale, sebbene la proposta sia stata depositata già da qualche mese, è appena stato avviato.
Gli impianti che la società vuole realizzare, come detto, sono due e saranno ubicati secondo le intenzioni del proponente, per la precisione, in contrada Uggio lungo la strada provinciale 80 ed sulla strada per Bardi Nuovi, su aree di proprietà privata. Entrambi sono finalizzati, come detto, alla produzione di biometano generato dal processo di fermentazione anaerobica di biomasse provenienti da produzioni agricole e zootecniche.
La biomassa vegetale, in particolare, sarà ottenuta da coltivazioni su terreni che il proponente condurrà direttamente o indirettamente prevalentemente nel territorio del Comune di Brindisi o limitrofi, in regime di filiera corta. Una parte di altre biomasse vegetali verrà acquistata da imprese o industrie agroalimentari situate nel territorio. Invece la biomassa di origine animale perverrà dall’attività di allevamenti bovini-bufalini del territorio.
La società, tra l’altro, ha già stipulato i primi contratti di fornitura e consegna di residui di produzione che ammontano ad oltre il 70 per cento dell’alimentazione degli impianti. In particolare: farinaccio, tritello e pasta, sansa di olive, scarti di carciofi, scarti di vite, reflui avicoli e bovini, acque di vegetazione provenienti dalla produzione olivicola. Il fabbisogno di biomassa previsto è di 52mila tonnellate all’anno, per circa 8.400 ore di produzione, il che equivale a 350 giorni di attività su 365. La quantità di metano prodotta dovrebbe ammontare a circa 4 milioni e 200mila standard metri cubi all’anno (Smc\anno).
Tutti i prodotti che verranno utilizzati per l’alimentazione degli impianti saranno di natura prettamente agricola. I prodotti di uscita dai fermentatori (il cosiddetto digestato) verranno utilizzati prevalentemente per la produzione di compost. Il digestato residuo, non utilizzato per la produzione di compost, trascorso il periodo previsto dalla legge sarà reimmesso in campo.
Il processo biochimico della digestione anaerobica, utilizzato dai due impianti progettati dalla Biopuglia, si sviluppa attraverso l’azione di diversi gruppi di microrganismi capaci di trasformare la sostanza organica in composti intermedi, utilizzati a loro volta dai microrganismi metanigeni, che concludono il processo producendo, per l’appunto, metano. Data la complessità di questo processo biochimico, è necessario mantenere, all’interno dell’impianto ed in particolare del digestore anaerobico, condizioni ottimali per di consentire la crescita contemporanea di tutti i gruppi microbici coinvolti.
Al termine del processo di fermentazione, il materiale di scarto conserva molti elementi nutritivi come azoto, fosforo e potassio e proprio per questo verrà utilizzato come fertilizzante. Il gas prodotto dalla fermentazione – che contiene metano ma anche elementi non utili come anidride carbonica, vapore acqueo, azoto, ossigeno e idrogeno solforato – sale verso l’alto e viene convogliato in un accumulatore pressostatico. E poi, depurato dalle sostanze indesiderate, il gas viene inviato nella parte dell’impianto che trasforma in liquido il metano ottenuto dalla purificazione, che successivamente è destinato allo stoccaggio.
La parte più interessante del progetto, però, oltre all’utilizzo di scarti spesso problematici per i produttori, come quelli zootecnici, riguarda l’intenzione dell’azienda di realizzare, in prossimità degli impianti, distributori per autotrazione – dunque mezzi pesanti ma anche furgoni e auto civili – con accesso da viabilità indipendente e separata. Si tratterà di una vera e propria area di servizio con punto di distribuzione, bar e servizi igienici. Sulla copertura degli edifici e delle strutture, inoltre, saranno installati pannelli fotovoltaici per una potenza nominale complessiva di 495 kilowatt. Tutta l’elettricità accumulata sarà destinata utilizzata per le necessità degli impianti di produzione.
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